In data 21 febbraio 2024 la Banca Centrale Europea ha pubblicato la propria analisi annuale dei registri delle esternalizzazioni delle Significant Institution (SI) relativa all’anno 2023 (documento integrale).
L’outsourcing consente di ammortizzare i costi, di ottenere una maggiore flessibilità ed efficienza, nonché di ottimizzare l’uso delle risorse e competenze interne, allo stesso tempo però comporta alcuni rischi che le banche dovrebbero valutare attentamente per garantire continuità e resilienza operativa e per limitare perdite e interruzioni.
Infatti, il ricorso all’outsourcing implica un aumento delle vulnerabilità derivanti dalla crescente dipendenza operativa dai fornitori terzi, tenendo conto dell’eventuale complessità delle catene di fornitura e dei potenziali rischi di concentrazione.
Dall’analisi annuale dei registri delle esternalizzazioni relativa all’anno 2023 è emerso che le banche fanno sempre più spesso ricorso a fornitori terzi. In particolare, il numero di contratti di outsourcing è notevolmente aumentato negli ultimi anni e, di conseguenza, è aumentato anche l’importo stanziato per le strategie di esternalizzazione, soprattutto per le funzioni considerate critiche.
L’analisi dimostra inoltre che, a fronte di un numero crescente di fornitori che offre i propri servizi all’interno dell’UE, oltre il 30% del budget totale per l’outsourcing delle banche più importanti è concentrato su dieci fornitori, la maggior parte dei quali ha sede al di fuori dell’UE, principalmente negli Stati Uniti.
Da ulteriori analisi della BCE è poi è emersa la non conformità di più del 10% dei contratti di outsourcing di funzioni critiche alla normativa in materia, nonché negli ultimi tre anni la mancata sottoposizione ad un’adeguata valutazione del rischio del 20% di questi contratti e la mancata revisione di tale valutazione nel 60% dei casi.
Dal 2022 la BCE analizza pratiche e tendenze attuali in materia di esternalizzazione per poter aiutare gli istituti vigilati ad effettuare valutazioni adeguate.
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