In data 10 gennaio 2023 Banca d’Italia ha pubblicato la nota diretta tra l’altro a SGR, SICAF, SIICAV e SIM sui “Rischi climatici e ambientali. Principali evidenze di una indagine tematica condotta dalla Banca d’Italia su un campione di intermediari finanziari non bancari” (documento integrale) che fa seguito al documento pubblicato nel mese di aprile 2022 sulle “Aspettative di vigilanza sui rischi climatici e ambientali”, il quale contiene indicazioni non vincolanti per gli intermediari vigilati circa l’integrazione dei rischi climatici e ambientali (fisici e di transizione) nei sistemi di governo e controllo, nel modello di business e nella strategia aziendale, nel sistema organizzativo e nei processi operativi, nel sistema di gestione dei rischi e nell’informativa al mercato.
Nel corso dell’anno 2022 Banca d’Italia ha somministrato a un campione di 86 intermediari non bancari un questionario di autovalutazione al fine di apprezzare il livello di integrazione dei rischi climatici e ambientali nei paradigmi gestionali: modello di business e strategia, governance e sistema organizzativo, sistema di gestione dei rischi e basi dati.
Dall’analisi delle risposte è emersa una generalizzata attenzione alle tematiche Environmental, Social and Governance (ESG), ma un limitato allineamento alle aspettative. Inoltre, l’Autorità ha riscontrato alcune carenze nei piani presentati dagli intermediari al fine di conseguire un pieno allineamento alle aspettative della Vigilanza.
Alla luce di ciò, Banca d’Italia chiede a tutti gli intermediari vigilati di predisporre un Piano di azione che individui specifici interventi per colmare le lacune identificate; specifichi le priorità e i tempi necessari al completamento delle iniziative, in considerazione dell’esposizione ai rischi e della dimensione e complessità dell’operatività aziendale e tenga conto degli elementi di debolezza e delle esigenze di miglioramento emerse dai questionari di autovalutazione sopra rappresentate.
Il Piano, approvato dal CdA, è trasmesso a Banca d’Italia, insieme alla valutazione del Collegio sindacale, entro il 31 marzo 2023.
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