In data 31 maggio 2024 l’European Banking Authority (EBA) ha pubblicato il final report in  tema di “Greenwashing monitoring and supervision” (documento integrale) in risposta alla richiesta della Commissione europea di fornire un contributo sul fenomeno del greenwashing, con particolare riferimento alle principali tipologie, ai rischi e alle sfide che essi pongono, alle lacune e alle pratiche di vigilanza.

L’ampliamento dell’offerta di prodotti di finanza sostenibile e, in generale, la transizione verso un’economia più sostenibile si scontrano con il fenomeno del greenwashing e devono necessariamente affrontarlo per garantire la fiducia del mercato.

Il documento si concentra principalmente sul settore bancario,  comprendendo anche le imprese di investimento e i prestatori di servizi di pagamento, e intende ricordare la comprensione di alto livello del greenwashing da parte delle tre ESAs, fornire una panoramica aggiornata dell’evoluzione del fenomeno del greenwashing dal 2012, presentare principi e pratiche che potrebbero aiutare le istituzioni a mitigare il rischio di greenwashing, nonché valutare il quadro normativo dell’UE sul tema e il ruolo delle autorità di vigilanza in relazione al greenwashing.

In particolare, l’EBA fornisce principi chiave e pratiche sia a livello di prodotto/servizio sia a livello di entità per mitigare il rischio di greenwashing, aventi uno scopo illustrativo e non obbligatorio.

Le istituzioni dovrebbero comunicare le informazioni in tema di sostenibilità in linea con il principio di fornire informazioni corrette, chiare e non fuorvianti. Tra le varie indicazioni, EBA consiglia di considerare l’impatto di tutte le proprie attività commerciali per evitare discrepanze tra le rivendicazioni ambientali in caso di soggetti facenti parte di uno stesso gruppo, nonché di essere in grado di comprovare e sostenere le proprie affermazioni con prove solide e fatti chiari (es. nel caso in cui le affermazioni sono valide solo se si applicano determinate condizioni, queste ultime devono essere chiaramente indicate).

L’EBA afferma poi che, per affrontare efficacemente il rischio di greenwashing, gli istituti dovrebbero adattare e migliorare i propri dispositivi di governance e i processi interni, i quali, ad esempio, dovrebbero prevedere un maggiore controllo per le comunicazioni relative alla sostenibilità, nonché considerare la necessità di investire nello sviluppo di capacità e competenze fornendo formazione all’organo di gestione, alla funzione di compliance e alle linee di business. Inoltre, se un istituto si presenta come fortemente impegnato nella sostenibilità è necessario riflettere attivamente questa dichiarazione in tutti i processi pertinenti, comprese le strategie di gestione del rischio e di revisione interna, le politiche di investimento e di prestito, la cultura aziendale e le politiche retributive (es. applicazione di politiche retributive per il personale di vendita che mirano a mitigare il rischio di vendita impropria di prodotti finanziari verdi).

Infine, si segnala che l’EBA fornisce indicazioni mirate in tema di prestiti legati alla sostenibilità, consigliando agli istituti che erogano o prevedono di erogare tali tipi di prestiti di prendere in considerazione la possibilità di affrontare il rischio di greenwashing in quanto anche tali prodotti, sebbene consistano per lo più in contratti privati, potrebbero sollevare problemi di credibilità e rischi di reputazione, e in tema di depositi o conti di risparmio, sottolineando il fatto che gli istituti dovrebbero considerare l’adozione di azioni specifiche per garantire l’osservanza dei principi chiave indicati nel presente report