Con una comunicazione inviata nel mese di luglio 2024 agli intermediari bancari e finanziari operanti nel settore dei prestiti, Banca d’Italia ha richiesto alle funzioni di Internal Audit, con il supporto delle funzioni di Compliance, di svolgere dei controlli sulla qualità della fase istruttoria e delle attività di monitoraggio ed escussione relative ai complessivi crediti con garanzia pubblica, anche in relazione alle funzioni esternalizzate.
Inoltre, l’Autorità attribuisce il compito, nell’ambito delle rispettive competenze, alle funzioni di Internal Audit e Compliance di svolgere alcuni controlli su un determinato campione di pratiche, tra posizioni deterioriate e in bonis, da selezionare secondo i criteri ivi indicati.
Gli esiti dei controlli, da raccogliere in una relazione di verifica ad hoc, dovranno indicare, per ogni categoria, le possibili esigenze di riclassificazione e incremento delle rettifiche di valore, nonché gli eventuali segnali di anomalia che possano potenzialmente compromettere l’escussione delle garanzie e/o determinare l’emersione di rischi legali e reputazionali. Inoltre, la relazione di verifica dovrà evidenziare i punti di attenzione più rilevanti, nonché le eventuali iniziative già attuate e quelle progettate per rafforzare i presìdi e mitigare i rischi correlati.
I risultati della verifica dovranno poi essere considerati nell’ambito del processo interno di autovalutazione dell’adeguatezza patrimoniale (Internal Capital Adequacy Assessment Process – ICAAP).
L’esito dei controlli dovrà essere inviato a Banca d’Italia nel corso dei prossimi mesi, unitamente alle verbalizzazioni del Consiglio di Amministrazione e del Collegio sindacale.
Nel continuo, l’Autorità si attende che tali valutazioni siano effettuate con cadenza almeno annuale, rappresentando i risultati al CdA nell’ambito dei report periodici delle funzioni di controllo.
L’interesse di Banca d’Italia nei confronti dei prestiti garantiti da fondi pubblici nasce dal fatto che, secondo le ultime evidenze disponibili, il tasso di deterioramento associato a tali finanziamenti risulta essere più elevato rispetto a quello mediamente riscontrato per i prestiti privi di garanzia statale.
Inoltre, nel corso delle attività di supervisione è emersa in alcuni casi l’inidoneità delle garanzie a coprire i relativi rischi (es. difformità dei dati dichiarati in sede di richiesta di garanzia e quelli forniti in occasione delle successive verifiche, mancato riscontro entro le tempistiche stabilite alle richieste di integrazione documentale, mancato rispetto dei termini previsti per gli adempimenti che precedono la richiesta di escussione della garanzia).
Rilevano poi anche possibili rischi legali e reputazionali per gli intermediari in caso di situazioni anomale, per esempio, afferenti ai presidi AML, nonché rischi legati all’esternalizzazione di parti del processo (es. istruttoria e valutazione del merito creditizio).
L’Autorità ritiene necessaria la conduzione di un assessment sulla qualità dei processi che presiedono al funzionamento del comparto della finanza garantita da fondi pubblici e fornisce indicazioni per strutturare i processi (es. robuste istruttorie, non considerare la presenza della garanzia come un criterio guida nelle scelte di finanziamento, verifiche delle funzioni di controllo interno di secondo e terzo livello).
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